Davide Buscaglia

Elevador e tempo


Ad un certo punto mi sono accorto che fotografare volti sconosciuti e raccontarne le storie non mi bastava più. Ora, quando qualcuno o qualcosa mi colpisce per strada, diventa necessario per me restituire un’immagine che descriva qualcosa di diverso. Il movimento qui non è tanto esplorare l’effetto che mi fa ogni volta rompere quella barriera, entrare in contatto con l’individuo, con lo sconosciuto, con la sua storia. L’ho fatto 365giorni di fila, posso dire di aver esplorato abbastanza questa dinamica. 

Nel tempo le mie necessità si sono trasformate.

L'autista de L'elevador

He recuperato queste immagini dall'archivio. Lisbona, maggio 2019. 

Lui è l’autista che porta su e giù per la Calcada da Gloria l’Elevador da Gloria, la funicolare che da oltre 100 anni permette di raggiungere il Barrio Alto di Lisbona. In lui mi ha colpito qualcos'altro. Il fascino di qualcosa che si ripeteva quotidianamente, la dimensione estetica del contesto e del soggetto in interazione. Volevo cogliere i suoi vestiti, la sua posa, le mani appoggiate sullo scorrimano del tram, la sua polo uno’ scomposta fuori dai pantaloni. Ci sono i suoi occhi, il suo colore. E poi c’è il contesto in cui è inserito, il legno, che sa di antico. La posa, in questo caso, è puramente ispirazione. Non so da dove sia arrivata, probabilmente da immagini depositate da qualche parte nella mia memoria, film e fotografie, racconti e libri. Mi ha colpito il suo abbigliamento, mi hanno colpito i suoi denti bianchi. Mi ha colpito la ripetitività del movimento di ciò che fa. Più volte al giorno, in un continuo ripetersi che non è così distante dall’infinito. 

Lui è l’autista che porta su e giù per la Calcada da Gloria l’Elevador da Gloria, appunto, la funicolare che da oltre 100 anni permette di raggiungere il Barrio Alto di Lisbona.

E incontrando lui incontro la dimensione del tempo. 

Non volevo altro intorno a lui se non il vuoto dello spazio che un attimo prima era abitato, e un attimo dopo lo sarebbe stato. 

La fotografia in questo caso diventa anche la dimensione temporale del “tra” che si situa tra un prima e un dopo.


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