Il processo di ispirazione fotografica
Prima di ogni shooting mi trovo a passare una buona parte del mio tempo su Pinterest. L’obiettivo è quello di individuare le immagini d’impatto, fotografie che mi colpiscono e che voglio realizzare. È una parte del lavoro indispensabile. Creo una bacheca e da lì in poi mi lascio trasportare dalle suggestioni, incontrandole come si incontra un torrente.
Ci torno nei momenti liberi, di pausa, e tra le tante riflessioni cerco di intuire cosa ha permesso a quel fotografo di ottenere quella fotografia.
In breve sto parlando della fase dell’ispirazione fotografica.
Differenza tra Ispirazione e Imitazione
L’ispirazione è per me soprattutto un processo di brainstorming visivo, utile perché dona una struttura al mio fare e sopratutto mi tranquillizza. Mi permette di arrivare allo shooting con qualche indicazione, abbastanza da procedere con sufficiente sicurezza, un aspetto fondamentale per scattare con professionalità e interagire con la modella.
I confini devono essere flessibili e minimi, altrimenti si corre il rischio di commettere un errore molto comune: l’ispirazione diventa imitazione.
L’ispirazione è un processo elastico, dinamico e creativo: un atteggiamento esplorativo con un punto di arrivo diverso dal punto di partenza. L’imitazione è un processo rigido, confinato e strutturato: un atteggiamento statico dove punto di partenza e di arrivo coincidono.
Se però ammorbidisco un po’ il mio approccio, mi rendo conto che esiste un dialogo tra queste due possibilità, un momento l’ispirazione lascia spazio all’imitazione, e uno in cui l’imitazione evolve in ispirazione.
“Imitami, ma falla tua”
Questa indicazione spesso fa la differenza e trasforma l’ispirazione individuale avuta qualche giorno prima dello shooting in un’ispirazione relazionale.
Puoi imitare e trasformare quella posa in qualcosa di tuo.